Perché mai la cascina e i suoi terreni dovrebbero essere mantenuti di proprietà pubblica? Non sarebbe forse più facile concorrere alla prossima asta pubblica, ammesso che se ne tenga una a breve, proponendosi come possibili acquirenti? Questa è sicuramente una possibilità, ma vi è una ragione molto importante per cui una simile domanda non è pertinente. Attraverso la campagna per Cascina Carpaneda Bene Comune infatti, non si chiede semplicemente uno spazio dove insediare progettualità ispirate ai principi dell’ agroecologia e della sovranità alimentare, ma si propone di trasformare un rudere abbandonato con il suo ettaro di terreno in uno spazio di sperimentazione sia agronomica che sociale, dove sia possibile mettere in pratica nuove forme di gestione collettiva di un bene comune. La privatizzazione non è l’unica soluzione per la gestione di beni e servizi che ricoprono una qualche utilità pubblica, e sono anzi numerosissime le esperienze italiane ed internazionali basate sul superamento del dualismo pubblico-privato.
Sicuramente la strada della gestione collettiva richiederà l’adozione di nuovi strumenti amministrativi, inquadrati in una visione progettuale di medio-lungo periodo, senza contare l’essenziale lavoro di rete richiesto nel portare avanti una progettualità il più possibile condivisa. Cascina Carpaneda non solo dovrebbe, ma può concretamente essere riconosciuta e trattata come un vero e proprio Bene Comune.
Ecco quindi alcune delle novità più recenti che hanno interessato la campagna.
1) Il Comune di Vicenza si è recentemente dotato di un nuovo strumento per la gestione condivisa di beni pubblici riconosciuti come beni comuni urbani (clicca qui per leggere il regolamento). Attraverso la stipulazione di un patto di collaborazione tra cittadini ed amministrazione, viene infatti data la possibilità a singoli e aggregazioni sociali, siano esse formali o informali, di curare e rigenerare spazi pubblici “funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo e alla tutela dell’interesse delle generazioni future”. Grazie al Regolamento per la gestione dei Patti di Collaborazione potrebbe aprirsi una nuova fase nella trattativa con il Comune, in particolare per quanto riguarda la definitiva interruzione delle procedure di vendita, ma per fare questo è necessaria la volontà politica di riconoscere alla Cascina e ai suoi terreni prima di tutto lo status di Bene Comune.
2) I costi onerosi richiesti per la ristrutturazione tout court dell’intero stabile impongono di ragionare su investimenti di modesta entità e distribuiti nel tempo. Attraverso pochi interventi volti alla messa in sicurezza delle facciate e del fienile potrebbe essere già possibile usufruire degli spazi esterni di pertinenza della Cascina. Con una spesa tutto sommato contenuta si concretizzerebbe la possibilità di organizzare attività all’aperto, iniziando a dar vita a quella che un giorno potrà veramente diventare la Casa dell’Agroecologia. Mercati contadini, coltivazioni sperimentali, attività didattico-educative, centri estivi e corsi di formazione, nonché iniziative culturali di diverso tipo ed altri servizi già proposti nelle visioni progettuali per Cascina Carpaneda potrebbero in breve tempo cominciare ad animare i 13.000 metri quadri di spazi esterni.
3) Ogni anno vengono stanziati migliaia di euro a sostegno di progetti volti a recuperare e rivitalizzare zone rurali e contesti agricoli degradati o poco valorizzati. Le possibili fonti di finanziamento sono più numerose e sostanziose di quanto ci si potrebbe immaginare. Solo per fare un esempio, scadrà il 15 giugno 2022 il bando per l’utilizzo dei fondi destinati all’attuazione dell’Investimento 2.2 del PNRR, “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”, con il quale saranno finanziati almeno 290 interventi di recupero di insediamenti agricoli, fabbricati, manufatti storici, elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale, sia pubblici che privati, situati nei territori della Regione Veneto. Allo stato attuale per il Comune sarebbe impossibile partecipare a questo bando, poiché non risulta in atto alcuna progettualità nei riguardi di Cascina Carpaneda. Inutile ragionare con il senno di poi, ma ci auguriamo che questa occasione mancata possa fungere da monito in vista di future opportunità.
Per immaginare insieme il proseguimento della campagna su Cascina Carpaneda stiamo pensando di organizzare per metà giugno una giornata dedicata alla costituzione di appositi gruppi di lavoro tematici, in vista di ulteriori e speriamo promettenti sviluppi.