Vicenza è una città dalla forte connotazione rurale. Il 50% del territorio comunale, infatti, è ancor oggi costituito da terreni a uso agricolo che concorrono, insieme a parchi pubblici e boschi urbani, a comporre un importante intreccio di aree verdi e corridoi ecologici non compromessi dalla cementificazione. Un territorio, quindi, che per la sua stessa conformazione indica percorsi di adeguamento degli strumenti di pianificazione a obiettivi di sostenibilità ecologica, in particolare per quanto riguarda l’agricoltura, le politiche locali del cibo e gli interventi di mitigazione e adattamento agli effetti del cambiamento climatico.
Consideriamo segnali incoraggianti, in tal senso, le recenti adesioni del Comune di Vicenza al progetto CITIES2030 e al Patto di Milano (Milan Urban Food Policy Pact).
D’altra parte vanno considerate con serietà le molte criticità ambientali che insistono sul territorio vicentino. A titolo di esempio, ci limitiamo a segnalare il perdurare di tendenze fuori tempo massimo per quanto riguarda il consumo di suolo e la realizzazione di infrastrutture viabilistiche (ad esempio TAV e nuova S.P. Vicenza-Schio), e la grave contaminazione da PFAS le cui ricadute sulla qualità delle produzioni alimentari e sul tessuto agricolo non sono ancora state valutate seriamente in sede politica.
Il 14 e 15 maggio 2023 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Vicenza.
Ci rivolgiamo alle candidate e ai candidati di tutte le liste ponendo all’attenzione quattro temi che riteniamo strategici per la tutela dell’agricoltura contadina e del territorio rurale vicentino, e per lo sviluppo di politiche locali del cibo quali strumento concreto di transizione ecologica:
- Parco agricolo e patrimonio rurale pubblico;
- Mercati contadini e filiere locali del cibo;
- Agricoltura e contaminazione da PFAS;
- Tutela del suolo.
Parco agricolo e patrimonio rurale pubblico
Riteniamo che l’insieme delle aree verdi della città di Vicenza – aree agricole, parchi e boschi urbani – vada riconosciuto in quanto sistema. Lo strumento che istituisce questa interpretazione di tipo “sistemico” è il Parco agricolo.
Un Parco agricolo per Vicenza contribuirebbe alla salvaguardia del verde agricolo periurbano e al rafforzamento delle interazioni tra le diverse aree coinvolte, oltre a rendere maggiormente accessibile questo territorio alla cittadinanza e a sostenere le realtà agricole ivi insediate.
Dal punto di vista agronomico, l’inclusione della cintura verde agricola all’interno di un grande Parco dovrebbe favorire la trasformazione in chiave agroecologica del sistema agroalimentare del territorio berico.
L’intero patrimonio rurale di proprietà pubblica potrebbe rientrare in un programma di sostegno a nuove realtà agricole, favorendo il ricambio generazionale e allo stesso tempo l’insediamento di progetti orientati all’agroecologia e all’attivazione di filiere locali del cibo.
Cascina Carpaneda è un edificio storico di proprietà del Comune di Vicenza, situato nella cornice rurale di Strada della Carpaneda, per la cui valorizzazione la cittadinanza si è attivata a partire dall’aprile 2021. L’edificio e le sue pertinenze, per le caratteristiche architettoniche e per il contesto, si presentano già quale fulcro e centro operativo di un futuro Parco agricolo.
Mercati contadini e filiere locali del cibo
L’accessibilità a prodotti da agricoltura locale e sostenibile per tutta la cittadinanza dovrebbe essere il primo obiettivo di politiche a sostegno delle filiere locali del cibo. I mercati contadini rappresentano un importante elemento di tale azione di ricucitura tra produzione e uso, tra campagna e città.
La normativa comunale vigente in materia di mercati contadini non presenta tuttavia indicazioni, se non generiche, in fatto di territorialità e sostenibilità delle produzioni, e si rivolge esclusivamente alle associazioni di categoria, escludendo di fatto l’iniziativa autonoma di realtà produttive e gruppi della cittadinanza indipendenti o trasversali alle associazioni stesse. Ciò rappresenta, a nostro avviso, una effettiva limitazione della possibilità di sperimentare modalità innovative di incontro tra la città (con particolare attenzione ai quartieri periferici) e il mondo agricolo.
Immaginiamo possa essere attivata una rete di mercati con possibilità di affidamento a gruppi costituiti da aziende agricole e cittadinanza, in conformità a un regolamento che stabilisca criteri premianti per la vendita diretta, le produzioni locali e la sostenibilità ambientale.
Altro ambito strategico in fatto di politiche locali del cibo è l’istituzione e il rafforzamento di filiere locali legate alle mense pubbliche, come quelle scolastiche, delle case di riposo, dell’ospedale e della casa circondariale. In questi contesti, oltre a lavorare sui temi alimentari in connessione alla salute e al benessere individuale e collettivo, sarebbe opportuno avviare un percorso strutturato sull’educazione alimentare e sulla riduzione dello spreco di cibo.
Agricoltura e contaminazione da PFAS
Il mondo scientifico ha rilevato e documentato la presenza di forti contaminazioni da PFAS in diverse tipologie di alimenti. Questa delicata questione di salute pubblica che coinvolge il nostro territorio va assunta anche dalla politica con la dovuta serietà, con l’apporto di tutti i soggetti interessati: istituzioni sanitarie, enti di ricerca, realtà agricole e cittadinanza.
Le amministrazioni locali possono promuovere il confronto e la collaborazione tra i soggetti sopracitati, verso la definizione di efficaci strategie di tutela della salute e al contempo di salvaguardia del settore agricolo.
Singole azioni che riteniamo auspicabili sono l’interdizione all’apertura di pozzi a uso irriguo nella zona contaminata; il sostegno alle aziende agricole interessate dalla contaminazione, ad esempio favorendo la dotazione di filtri e l’adeguamento produttivo; la partecipazione a progetti di ricerca in partenariato con l’Università; l’attivazione di campagne di informazione presso il mondo agricolo, le scuole e la cittadinanza.
Tutela del suolo
La disponibilità di suolo coltivabile è il presupposto stesso della produzione agricola. La perdita di suolo provocata dalla cementificazione va a discapito della sovranità alimentare e della conservazione del patrimonio rurale collettivo.
Il suolo vivente è inoltre un vero e proprio serbatoio di stoccaggio per la CO2: se rispettato è in grado di assorbirne dall’atmosfera, attraverso l’azione delle piante; se danneggiato ne rilascia, contribuendo al riscaldamento globale.
Inoltre, il suolo integro e non impermeabilizzato consente l’infiltrazione d’acqua, con effetto di ricarica della falda e di riduzione del rischio idraulico in caso di precipitazioni intense.
La salvaguardia del suolo dovrebbe quindi ispirare gli strumenti di pianificazione urbanistica e l’interruzione di ulteriore cementificazione non ridursi a slogan, ma venire applicata attraverso misure amministrative cogenti e inderogabili.
In diversi territori sono già in atto politiche di “consumo di suolo zero”, per iniziativa di amministrazioni lungimiranti e capaci di discontinuità rispetto a modelli consolidati ma ormai obsoleti. Anche la nostra città, segnata da continua espansione urbana e travolta da progetti di grandi opere altamente impattanti, necessita di iniziative politiche orientate in senso nuovo.
Infine, la gestione del verde pubblico potrebbe allo stesso modo rientrare in una strategia di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e di tutela della salute della popolazione, oltre a contribuire in modo sostanziale alla qualità e bellezza dell’ambiente urbano.
Se adottati con serietà, strumenti quali il Piano del Verde consentono di sviluppare, con l’apporto di personale tecnico e con il coinvolgimento della cittadinanza, adeguate misure di programmazione e intervento orientate al mantenimento e all’implementazione del verde urbano, segnando il superamento di modalità di gestione non integrate ed emergenziali.
Con questo documento auspichiamo di stimolare un dibattito pubblico su transizione ecologica e agricoltura nella nostra città che sia orientato all’elaborazione di politiche innovative e ambiziose e che non escluda le questioni più complesse. Riteniamo che tali condizioni definiscano modi più o meno adeguati di pensare e agire in relazione al mondo rurale, in una fase storica segnata dalla crisi climatica e dalla necessità di un radicale ripensamento dei sistemi di gestione del territorio.
Quelle presentate sono solo alcune delle tematiche rilevanti in tal senso e le proposte avanzate indicano alcuni dei molti percorsi che possono essere intrapresi.
Invitiamo le candidate e i candidati all’amministrazione della città a esprimere, in risposta a questo testo, le proprie posizioni e proposte. Ci impegniamo a dar conto del dibattito che seguirà con ulteriori comunicazioni nel corso delle prossime settimane.
Contributi possono pervenire al nostro indirizzo mail .
Assicuriamo fin d’ora la nostra piena disponibilità al confronto e alla collaborazione per progettualità ispirate a obiettivi di transizione ecologica, tutela dell’agricoltura contadina e del territorio rurale, buona gestione del verde urbano e periurbano.
Su iniziativa della
Comunità Vicentina per l’Agroecologia
con l’adesione di
A.Ve.Pro.Bi. (Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici)
Civiltà del Verde
Collettivo Rizosfera Aps
EQuiStiamo Aps
Fridays For Future Vicenza
Ife Collective
Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani
Legambiente Vicenza Aps
PfasLand
Retegas Vicentina
Carpaneda, 14 aprile 2023