Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi

Fiori, ombre, topi, tremalumi, ibischi, cactus, campanelli: poesie tra umano e sovrumano
Incontri con poeti a Vicenza

“Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” (un verso di Patrizia Cavalli da “Vita meravigliosa”) è una rassegna nomade di letture poetiche a Vicenza, dal 10 novembre al 16 dicembre 2022.
Ospiti della rassegna saranno i poeti e le poete Luigi Bressan, Zelda Zanobini, Fabio Pusterla, Agustín Jiménez, Gian Mario Villalta e Antonella Anedda, che proporranno letture dai loro libri usciti quest’anno, intorno al tema degli ecosistemi in un mondo minacciato e instabile, ovvero del rapporto tra l’umano e il sovrumano (libera traduzione di “more-than-human”, l’intreccio multispecie in cui non siamo più i soli a dettare le regole del rapporto tra natura e cultura).
Il sottotitolo della rassegna – “Fiori, ombre, topi, tremalumi, ibischi, cactus, campanelli” – richiama proprio alcuni degli elementi che possiamo ritrovare tra le pagine dei libri proposti, che animano un microcosmo nel quale possiamo riconoscerci in quest’epoca di crisi e anche, come sempre, di bellezza.

Luigi Bressan apre la rassegna giovedì 10 novembre 2022, alle 20.30 in cooperativa Insieme (via Dalla Scola, 255) presentando “La viola di Strauss” (Ronzani, 2022; traduzione in inglese di G. Codifava, con una lettera all’autore di D. Cavaion) insieme a Stefano Strazzabosco.
Il libro (https://ronzanieditore.it/acquista/la-viola-di-strauss/) è un notevole erbario floreale in cui l’osservazione della natura trova accensioni liriche e brevi sviluppi narrativi che parlano di comunità e di continue, vitalissime rinascite, e l’incontro è organizzato in collaborazione con la rassegna “Di sana pianta”.
Tutti i dettagli e il programma completo della rassegna nella locandina allegata e sul blog: https://direpoesia.wordpress.com/.

Per il 22 ottobre convergenza contadina e agroecologica

La Comunità Vicentina per l’Agroecologia sostiene l’appello dei movimenti contadini e partecipa alla manifestazione del 22 ottobre a Bologna

Quando andiamo a fare la spesa nei supermercati incontriamo i prodotti della filiera agricola industriale. Una filiera che crea un sistema alimentare globale in mano a poteri finanziari sempre più accentrati, che consuma i suoli e le acque e inquina l’aria, che per nutrire il 30% della popolazione mondiale è responsabile dell’85-90% delle emissioni di gas serra complessivamente imputabili all’agricoltura.

Che è responsabile di un crollo drammatico di biodiversità, che crea sfruttamento di lavoratrici e lavoratori e annientamento delle popolazioni indigene. Che produce cibo alterato dalla catena industriale, non salutare o dannoso, che per una percentuale che va dal 30 al 50% viene sprecato nei vari passaggi della filiera.

Che produce profitti per le poche imprese transnazionali che controllano gli input quali sementi e pesticidi, la trasformazione industriale e la commercializzazione nella Grande Distribuzione Organizzata e nelle catene del Fast Food.

Questa agricoltura industriale produce evidenti danni ai territori, all’ambiente, alla salute delle persone. E spesso comporta anche un brutale sfruttamento di braccianti agricoli, migranti e comunità più deboli. Braccianti, contadini e altre persone che in nome del rispetto, dell’autodeterminazione, di condizioni di lavoro migliori si sono in questi anni opposti in maniera visibile allo sfruttamento e alle logiche di una politica emergenziale e paternalista.

Nonostante le ingiustizie sociali che questo sistema agroindustriale promuove, viene favorito dalle politiche pubbliche locali, nazionali e internazionali.

Riceve finanziamenti pubblici diretti, investimenti pubblici per le infrastrutture di cui necessita, viene favorito da leggi e regolamenti che trascurano sistematicamente le piccole aziende contadine e le reti di cui fanno parte.

Esistono poi agricolture fatte da persone che coltivano e vendono i propri prodotti ad altre persone nei mercati contadini o presso le proprie aziende, a gruppi di acquisto solidali o a cooperative di consumatori che gestiscono negozi e locali di prossimità. Esistono agricolture fatte da persone che coltivano orti urbani e terreni per i propri fabbisogni e per quelli della propria famiglia e comunità. Esistono persone che si riuniscono in cooperative per coltivare insieme e rispondere ai propri fabbisogni.

Esiste la piccola agricoltura contadina di basso o nessun impatto ambientale, orientata ai valori di benessere, ecologia, giustizia e solidarietà oltre che al giusto reddito per chi la pratica.

Sono agricolture che rispettano la terra, le acque e le risorse, perché fatte da persone che quelle terre le abitano, che salvaguardano la biodiversità animale, agricola e culturale perché fatte da milioni di persone in relazione tra loro e con i propri territori.

Sono agricolture che producono cibo sano, fresco, che non ha bisogno di viaggiare per migliaia di chilometri o di essere conservato attraverso metodi che ne alterano profondamente il valore nutritivo.

Sono agricolture che minimizzano gli sprechi, che non necessitano di inutili imballaggi destinati a incrementare le montagne di rifiuti che soffocano le terre e gli oceani.

Sono agricolture frutto di scelte di milioni di persone che si connettono in comunità fluide e diversificate.

Queste persone, contadine e contadini, coproduttrici e coproduttori, costituiscono le reti alimentari contadine, settore fondamentale e dinamico di quell’agricoltura contadina di piccola scala che, anche secondo la FAO, sfama il 70% della popolazione mondiale.

La crisi climatica sta mettendo a dura prova questa agricoltura contadina.

La siccità dei mesi scorsi ci ha fatto percepire le nostre produzioni e i nostri campi come sempre più fragili e in balia di eventi improvvisi e difficili da controllare.

A ciò si aggiunge un aumento dei prezzi del gasolio e dei fattori necessari all’attività agricola che erodono sempre più il reddito agricolo e ci espongono, come piccol* produttor*, al debito o ci costringono all’aumento dei prezzi dei nostri prodotti. Un aumento che è anche il risultato di politiche agricole che favoriscono le grandi aziende e costringono i piccoli produttori a scaricare sul prezzo alla vendita i costi di un’attività sempre più instabile, povera e precaria.

C’è dunque un problema di sostenibilità economica delle piccole attività agricole inserite in un’economia di mercato diretta da competitività, prezzi a ribasso e finanziarizzazione, ma c’è anche un problema di reddito dei conduttori e conduttrici delle piccole aziende schiacciati dal ricatto di tenere in piedi la propria attività di qualità e di prossimità o di chiuderla.

Essere un contadino e una contadina in Italia significa lavorare nell’abbandono istituzionale e politico a causa di una PAC costruita sulle grandi imprese agricole e con un difficile accesso al credito per gli investimenti, necessari per affrontare la crisi climatica in atto; significa coltivare prodotti di qualità ma non sempre riuscire a percepire un reddito dignitoso.

La produzione agricola di piccola scala è tutela e presa in cura del territorio, è conservazione di prodotti e culture locali, è relazione e vendita diretta; ma il riconoscimento del valore del nostro lavoro sembra sempre essere lontano da chi comanda questo Paese.

Il 22 ottobre le persone che fanno vivere, difendono, promuovono queste agricolture contadine saranno a Bologna – nelle strade insieme a chi difende la propria vita dallo sfruttamento: sfruttamento del lavoro e sfruttamento dell’ambiente.

Noi ci saremo anche per chiedere sostegno e riconoscimento del nostro lavoro, per un reddito dignitoso, per una politica agricola nazionale ed europea capace di rispondere alle nostre esigenze, difficoltà e problematiche, per un accesso alla terra di giovani che vogliono prendersi in cura i nostri territori svincolando dall’obbligo d’impresa la produzione del cibo agroecologico localmente distribuito, per un’agricoltura piccola, sostenibile e agroecologica, unica via di salvezza dalle crisi attuali.

Perché è ormai chiaro che non può esistere una vera e reale transizione ecologica se non partiamo dall’obbiettivo primario della produzione locale del cibo in maniera agroecologica.

Noi saremo in piazza il 22 ottobre per la convergenza di chi è consapevole che il cambiamento climatico, la distruzione dei territori e dell’agricoltura contadina, lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, la mancanza di reddito e di prospettiva di vita sana e socialità sono tutte causate da un sistema economico-finanziario nel quale “i loro profitti valgono più delle nostre vite”.

Noi ci saremo perché serve un cambio radicale di politiche pubbliche, per difendere e promuovere l’agricoltura contadina, l’economia circolare e di comunità, una profonda trasformazione dell’uso delle risorse energetiche e del sistema produttivo – perché finalmente siano territori e comunità a decidere cosa, come e per chi produrre.

Noi ci saremo perché serve che la relazione tra città e campagna che crea reti territoriali auto-organizzate sia riconosciuta, incrementata e sostenuta dalle politiche pubbliche, e sia rafforzata dalla consapevolezza di chi consuma e di chi produce, al fine di garantire a tutt*, in maniera trasversale, il diritto al cibo salutare e sano, prodotto nel rispetto della terra, dell’umanità e dell’ambiente.

Intanto noi tutte e tutti pratichiamo una convergenza anche delle pratiche quotidiane, verso una reale autodeterminazione alimentare e dei territori come prospettiva in cui si usa il mutualismo conflittuale per difendere il lavoro e allo stesso tempo costruire e difendere processi e meccanismi di partecipazione a partire dalla centralità del cibo che non lasci nessuna e nessuno sola/o e sostenga reciprocamente le alternative sociali che ognuna/o di noi cerca di costruire.

Clicca qui per leggere le organizzazioni firmatarie dell’appello.

Il paesaggio chiama

Percorsi di lettura di paesaggio Carpaneda

DOMENICA 25 SETTEMBRE h 8.30-12.30

Ritrovo presso parcheggio Centro Orafo Vicenza, via Vecchia Ferriera

a cura di Comunità Vicentina per l’Agroecologia, Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani, Metta

 

Intervistare il paesaggio e lasciarlo parlare: elemento in cui siamo inseriti, portatore di colori, odori, linee e forme, suoni… aspetti con i quali si esprime e prova a dirci di cosa è composto e, forse, di cosa ha bisogno?!
A noi che lo abitiamo va l’impegno ad ascoltarlo e a sostenere le condizioni affinché sia riconosciuto e “coltivato”.
Con questo spirito proponiamo una passeggiata attraverso il quartiere, il bosco e la campagna di Carpaneda, al confine occidentale di Vicenza. Più anime e voci, tra abitanti della zona, agricoltori, apicoltori e artisti accompagneranno i partecipanti a leggere il paesaggio con pratiche differenti, attingendo ai sensi di cui disponiamo e ad alcuni strumenti che possano tener traccia di quanto osservato. E infine lasciando alla condivisione collettiva di immagini, pensieri e sensazioni la possibilità di un “nuovo paesaggio”.

A Carpaneda da un paio d’anni è in corso una campagna per la valorizzazione dei beni comuni, il bosco e la cascina, attraverso azioni collettive di ricerca, scrittura, dialogo e condivisione. Il laboratorio di lettura del paesaggio è parte di questo percorso.

 

IMPORTANTE: partecipazione gratuita con solo 15 posti disponibili
prenotazione obbligatoria a:
rassegna.dsp@gmail.com

In caso di pioggia il percorso sarà rinviato a data da definirsi.

Ai partecipanti è richiesto un block notes con matita o penna.
Si consiglia inoltre di venire con pantaloni lunghi e scarpe chiuse. Il percorso è a tratti sconnesso.

 

rassegna ideata da
Anna Altobello, Chiara Bortoli, Andrea Rosset, Fiorenzo Zancan

realizzata da Artemis
e Cooperativa sociale Insieme

per HAB terrenergie

con il sostegno di Fondazione Cariverona

in collaborazione con Metta e Voll

Immagine di copertina:
dettaglio fotografico di Pietro Bologna
dalla serie Ettaro

Ritorna “Pane e companatico”

Riceviamo e diffondiamo l’iniziativa organizzata da alcune realtà amiche della Comunità Vicentina per l’Agroecologia:

RITORNA “PANE E COMPANATICO”!
Domenica 18 settembre a Palazzo Mocenigo, Lupia di Sandrigo.

Con piacere vi invitiamo all’ormai tradizionale festa dell’Associazione GASSiamo – GAS Sandrigo, in programma domenica 18 settembre, dedicata ai cereali antichi e alle filiere agricole locali.

ore 9:30 – 12:30

LABORATORIO DI PASTICCERIA E PANIFICAZIONE

con lievito madre e farine di cereali antichi

a cura di Alessandra Nicastro e Denis Segalina

su iscrizione (20 euro), massimo 20 persone

Durante la mattinata saranno organizzati GIOCHI E ATTIVITÀ PER BAMBINE E BAMBINI. Su iscrizione.

ore 13:00

MANGIAR CONTADINO

pranzo a sostegno dell’associazione GASSiamo, con prodotti dei nostri fornitori

su iscrizione (15 euro)

 

ore 15:30 – 17:30

Tavola rotonda

CEREALI ANTICHI E NUOVE FILIERE DEL PANE

interventi iniziali di

Chiara Dal Bello (nutrizionista – GAS Asolo)

Giandomenico Cortiana (cerealicoltore – Casa delle Sementi del Veneto)

Mauro Ceccato (cerealicoltore – GAS Asolo)

Valeria Grazian (agronomo – Casa delle Sementi del Veneto)

Durante l’iniziativa sarà presente lo stand dell’azienda Birre della Terra, birrificio contadino la cui produzione è fondata sul recupero di antiche varietà di cereali.

Iscrizioni entro martedì 13/09 contattando Margherita (340 8471319) o Giovanni (333 5067905).

 

Vi aspettiamo!

GASSiamo – GAS Sandrigo

Nuovi sviluppi nella campagna per Cascina Carpaneda Bene Comune e prossimi appuntamenti

Perché mai la cascina e i suoi terreni dovrebbero essere mantenuti di proprietà pubblica? Non sarebbe forse più facile concorrere alla prossima asta pubblica, ammesso che se ne tenga una a breve, proponendosi come possibili acquirenti? Questa è sicuramente una possibilità, ma vi è una ragione molto importante per cui una simile domanda non è pertinente. Attraverso la campagna per Cascina Carpaneda Bene Comune infatti, non si chiede semplicemente uno spazio dove insediare progettualità ispirate ai principi dell’ agroecologia e della sovranità alimentare, ma si propone di trasformare un rudere abbandonato con il suo ettaro di terreno in uno spazio di sperimentazione sia agronomica che sociale, dove sia possibile mettere in pratica nuove forme di gestione collettiva di un bene comune. La privatizzazione non è l’unica soluzione per la gestione di beni e servizi che ricoprono una qualche utilità pubblica, e sono anzi numerosissime le esperienze italiane ed internazionali basate sul superamento del dualismo pubblico-privato.

Sicuramente la strada della gestione collettiva richiederà l’adozione di nuovi strumenti amministrativi, inquadrati in una visione progettuale di medio-lungo periodo, senza contare l’essenziale lavoro di rete richiesto nel portare avanti una progettualità il più possibile condivisa. Cascina Carpaneda non solo dovrebbe, ma può concretamente essere riconosciuta e trattata come un vero e proprio Bene Comune.

Ecco quindi alcune delle novità più recenti che hanno interessato la campagna.

1) Il Comune di Vicenza si è recentemente dotato di un nuovo strumento per la gestione condivisa di beni pubblici riconosciuti come beni comuni urbani (clicca qui per leggere il regolamento). Attraverso la stipulazione di un patto di collaborazione tra cittadini ed amministrazione, viene infatti data la possibilità a singoli e aggregazioni sociali, siano esse formali o informali, di curare e rigenerare spazi pubblici “funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo e alla tutela dell’interesse delle generazioni future”. Grazie al Regolamento per la gestione dei Patti di Collaborazione potrebbe aprirsi una nuova fase nella trattativa con il Comune, in particolare per quanto riguarda la definitiva interruzione delle procedure di vendita, ma per fare questo è necessaria la volontà politica di riconoscere alla Cascina e ai suoi terreni prima di tutto lo status di Bene Comune.

2) I costi onerosi richiesti per la ristrutturazione tout court dell’intero stabile impongono di ragionare su investimenti di modesta entità e distribuiti nel tempo. Attraverso pochi interventi volti alla messa in sicurezza delle facciate e del fienile potrebbe essere già possibile usufruire degli spazi esterni di pertinenza della Cascina. Con una spesa tutto sommato contenuta si concretizzerebbe la possibilità di organizzare attività all’aperto, iniziando a dar vita a quella che un giorno potrà veramente diventare la Casa dell’Agroecologia. Mercati contadini, coltivazioni sperimentali, attività didattico-educative, centri estivi e corsi di formazione, nonché iniziative culturali di diverso tipo ed altri servizi già proposti nelle visioni progettuali per Cascina Carpaneda potrebbero in breve tempo cominciare ad animare i 13.000 metri quadri di spazi esterni.

3) Ogni anno vengono stanziati migliaia di euro a sostegno di progetti volti a recuperare e rivitalizzare zone rurali e contesti agricoli degradati o poco valorizzati. Le possibili fonti di finanziamento sono più numerose e sostanziose di quanto ci si potrebbe immaginare. Solo per fare un esempio, scadrà il 15 giugno 2022 il bando per l’utilizzo dei fondi destinati all’attuazione dell’Investimento 2.2 del PNRR, “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”, con il quale saranno finanziati almeno 290 interventi di recupero di insediamenti agricoli, fabbricati, manufatti storici, elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale, sia pubblici che privati, situati nei territori della Regione Veneto. Allo stato attuale per il Comune sarebbe impossibile partecipare a questo bando, poiché non risulta in atto alcuna progettualità nei riguardi di Cascina Carpaneda. Inutile ragionare con il senno di poi, ma ci auguriamo che questa occasione mancata possa fungere da monito in vista di future opportunità.

Per immaginare insieme il proseguimento della campagna su Cascina Carpaneda stiamo pensando di organizzare per metà giugno una giornata dedicata alla costituzione di appositi gruppi di lavoro tematici, in vista di ulteriori e speriamo promettenti sviluppi.

Primavera: Il percorso delle stagioni

PRIMAVERA. Riprende domenica 1° maggio la serie di camminate indisciplinate promosse dal Gas Tartuga per conoscere e riconoscersi nel paesaggio lungo il percorso delle stagioni.

Proporremo un cammino ad anello di circa 8 km, facile e senza dislivelli, attraverso la Piana del Biron, tra splendide fioriture e i segni dell’antico assetto agrario legato alla presenza di Villa Zileri.
Passo dopo passo, e grazie a dei preziosi compagni di cammino, proveremo a ragionare intorno ai concetti di parco agricolo e cintura verde.

Andremo a conoscere l’esperienza della Comunità Vicentina per l’Agroecologia con il progetto di recupero di Cascina Carpaneda quale nodo di una rete locale di sistemi agroalimentari e di filiere eque, sostenibili e solidali.

In seguito faremo tappa nel vicino Bosco della Carpaneda, splendido esempio di bosco planiziale che sorge alle porte della città di Vicenza, dove potremo rilassarci e consumare il pranzo al sacco.

E prima di rientrare proporremo due attività davvero speciali e indisciplinate:

Lezione esperienziale su PASCOLI E L’HUMUS: di solito impariamo a leggere la poesia sui banchi di scuola. Ci insegnano a sezionarla, parafrasarla, commentarla, a inserirla in griglie e caselle. Ma la poesia non nasce per questo uso: nasce dal folto della vita e alla vita deve tornare per farsi in noi emozione ed esperienza. Nella passeggiata indisciplinata del primo maggio riporteremo una celebre poesia di un nostro grande autore là dove è nata: tra le erbe e le piante, a contatto con la terra e i suoi cicli. Ascolteremo cosa ha da narrarci l’humus. Sarà lui il nostro maestro di poesia.

Laboratorio per i più piccoli, BOMBE DI SEMI! La primavera sta scoppiando: in collina, in pianura, in ogni luogo! Dopo il torpore dell’inverno cominciamo a rivedere all’opera anche gli insetti impollinatori, fondamentali per la regolazione dell’ecosistema e la salvaguardia della biodiversità. Per dare loro un aiuto creeremo delle bombe di semi che potremo in seguito lanciare e veder piano piano germogliare e poi fiorire!

Dotiamoci di guanti così lungo il cammino daremo un segno di ecologia concreta ripulendo le strade e sentieri da eventuali rifiuti.

La camminata indisciplinata è organizzata dal Gas Tartuga in collaborazione con la Casa dei sentieri e dell’ecologia integrale, il Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani e la Comunità vicentina per l’Agroecologia.

Si raccomandano, quindi, il pranzo al sacco, scorte d’acqua, guanti, calzature e abbigliamento adatti.

Ritrovo alle ore 10 in zona artigianale a Monteviale. Conclusione nel primo pomeriggio.

La camminata si svolgerà nel rispetto delle disposizioni anti-covid.

Prenotazione obbligatoria scrivendo a tartugagas@gmail.com

Pasquetta a Carpeneda

Lunedì 18 aprile alle ore 18.00 abbiamo organizzato un post-pasquetta a Carpaneda.
A distanza di un anno dal lancio del nostro appello per la difesa dei beni comuni rurali, vogliamo trovarci per fare il punto di questa mobilitazione e non solo.
Ognunx porterà qualcosa da condividere (da bere, da mangiare, da suonare…). L’invito è esteso a tutte le persone interessate alle attività della Comunità Vicentina per l’Agroecologia, immaginando che possa essere un momento di convivialità e di apertura della Comunità stessa.

Per l’organizzazione e la location, ci serve sapere il numero delle persone presenti per questo vi invitiamo a contattarci al nostro indirizzo mail. Il luogo di ritrovo verrà comunicato direttamente alle persone che ci contatteranno.

Per chi volesse alle ore 17.00 abbiamo organizzato una passeggiata al bosco e un sopralluogo in cascina.

Accesso alla terra: indagine tra agricoltori/agricoltrici vicentini/e

Condividiamo con piacere questo questinario creato da un gruppo di studenti/esse dell’Università di Bologna, che sta conducendo una ricerca sull’accesso alla terra da parte degli/lle agricoltori e agricoltrici della provincia di Vicenza. Sei un agricoltore o un’agricoltrice? Ti chiediamo, se ti va, di rispondere al questionario cliccando qui.
Il nostro intento è quello di comprendere quali sono i maggiori ostacoli che si devono affrontare quando si vuole avviare o ampliare la propria attività agricola. Inoltre, verranno poste alcune domande legate al vostro interesse a frequentare uno spazio dove sperimentare nuove tecniche di produzione e conoscere altre persone interessate all’agricoltura, produttori/rici e consumatori/rici.
🕜Il questionario è molto breve, ci vorranno solo 5 minuti, ma le tue risposte saranno estremamente importanti per noi. Non c’è una risposta giusta o sbagliata, ci interessa solamente capire come pianificare al meglio un servizio che renda l’accesso alla terra più semplice e alla portata di tutti e tutte.
✉️Se conosci qualcuno/a che svolge attività agricola o che vorrebbe avviare la propria attività in questo campo non esitare ad inoltrare questo questionario!

L’assemblea pubblica per Cascina Carpaneda: un grande successo

Domenica 6 marzo si è svolta, presso Porto Burci (Vicenza), un’assemblea pubblica nell’ambito della campagna per Cascina Carpaneda Bene Comune, indetta dalla Comunità Vicentina per l’Agroecologia.
Obiettivo dell’assemblea era presentare alla cittadinanza il percorso svolto fin qui, a partire dal lancio dell’appello per la salvaguardia del patrimonio rurale pubblico di Vicenza; al contempo, ritrovare tutte le realtà che in questi mesi hanno sostenuto la campagna, alla luce dei positivi sviluppi dell’ultimo periodo. In particolare, l’apertura da parte dell’Amministrazione Comunale a possibilità di valorizzazione dei beni della Carpaneda alternative alla vendita (O.d.G. votato il 16/12/2021) ha comportato un significativo passo in avanti e un salto di qualità che proietta la campagna in una nuova fase.

Se finora si era trattato di segnalare alla cittadinanza e alle istituzioni il valore potenziale della Cascina di proprietà comunale e del territorio in cui è inserita, adesso diventa necessario promuovere la costituzione di una rete più ampia, di una più estesa comunità di interesse capace di attivare progettualità concrete per il recupero e la rivitalizzazione dell’area, in grado di convincere e coinvolgere ancora di più le istituzioni competenti.

L’assemblea è stata aperta da due interventi a cura della Comunità Vicentina per l’Agroecologia, che ha presentato obiettivi e sviluppi della campagna e, in anteprima, il documento con alcuni possibili indirizzi progettuali per il futuro della Cascina e delle sue pertinenze agricole; a seguire, due rappresentanti della Rete Beni Comuni di Padova hanno portato un approfondimento su beni comuni e usi civici, con riferimento all’esperienza padovana e al percorso per il riconoscimento ufficiale di forme di gestione di questo tipo, peraltro molto affini a sistemi consuetudinari radicati in molti contesti rurali anche locali; infine, una rappresentante di ALDA (Associazione Europea per la Democrazia Locale) ha descritto alcune buone pratiche per l’attivazione di percorsi partecipativi, in particolare facendo riferimento al progetto Scintilla, dedicato alla valorizzazione del “quadrilatero” di Viale Milano a Vicenza. L’iniziativa si è conclusa con un conviviale aperitivo contadino a base di prodotti di aziende agricole biologiche del territorio, occasione ulteriore per scambiare pensieri e proposte.

Il percorso per realizzare, nella vecchia Cascina di Strada della Carpaneda, la Casa dell’Agroecologia di Vicenza, presidio stabile per una nuova e insieme antica cultura rurale, passa per una sempre più ampia aggregazione e l’attivazione, già nel breve periodo, di nuove progettualità. In questa prospettiva, il bilancio della giornata è molto positivo grazie anche al numeroso pubblico che ha preso parte all’evento, quasi 80 persone. Nelle prossime settimane seguiranno altri momenti di dialogo, con l’attivazione di gruppi di lavoro e momenti di esplorazioni del quartiere. Nel frattempo, a breve verrà presentato al Comune il documento con le proposte e le visioni progettuali per la valorizzazione della Cascina.

Comunità Vicentina per l’Agroecologia
Vicenza, 7 marzo 2022

Verso la Casa dell’Agroecologia | Assemblea pubblica domenica 6 marzo

La campagna “Cascina Carpaneda Bene Comune” ha avuto inizio nella primavera del 2021 con l’obiettivo di interrompere la vendita di un immobile rurale di proprietà comunale per metterlo invece a disposizione della collettività.

La sfida che abbiamo lanciato si concentra sulla necessità di ridare valore al patrimonio rurale pubblico, attivando una rete di aziende agricole, cooperative e associazioni del territorio.

Nei mesi scorsi abbiamo approfondito e raccolto in forma scritta una serie di proposte progettuali ispirate da numerose realtà che operano in contesti territoriali simili. Tali proposte sono da intendersi come punto di partenza per lo sviluppo di un progetto collettivo da presentare nei prossimi mesi all’Amministrazione Comunale per convincerla a stralciare la Cascina dal piano delle alienazioni.

L’aspirazione è quella di creare una “Casa dell’Agroecologia” che possa farsi nodo di una rete provinciale di realtà, produttive e non, attente ai temi dell’agroecologia, della sovranità alimentare, del mutualismo e dei beni comuni, dell’agricoltura sociale e dell’economia circolare.

Se vuoi prendere parte alla campagna, o semplicemente conoscere le nostre idee, l’appuntamento è fissato per domenica 6 marzo alle ore 16:30 presso lo spazio Porto Burci (Contrà Burci 27, Vicenza). Seguirà un aperitivo contadino con prodotti locali.

L’ingresso è gratuito ma il numero di partecipanti è limitato quindi consigliamo l’iscrizione cliccando qui.

Programma aggiornato
Introduce e modera: Chiara Spadaro – Segreteria della Rete Italiana Politiche Locali del Cibo

Presentazione della Campagna Cascina Carpaneda Bene Comune
Giovanni Mezzalira – Comunità Vicentina per l’Agroecologia

Visioni progettuali verso la Casa dell’Agroecologia
Davide Primucci – Comunità Vicentina per l’Agroecologia

Beni Comuni e Usi Civici: teorie, pratiche, reti
Rappresentante della Rete Beni Comuni di Padova

Buone pratiche per realizzare un processo partecipativo
Nadia Di Iulio – ALDA-Associazione Europea per la Democrazia Locale

Interventi del pubblico